Senza destino

Invisibili sono le parole d’amore che mi hai dato,/disperse nella nebbia e portate dal vento ,/ da ora per sempre resteremo muti, /non parliamo,non ci guardiamo /andremo per le nostre strade /come due sconosciuti. Mi viene da pensare che non mi pento di niente,/ non ho niente di cui voglia pentirmi…/ ho sempre dormito nel tuo fuoco /bruciata dal calore dei tuoi occhi. Sono io ad amare la quiete dell’anima/ dentro una luce che arriva soffusa/ e lontana come i miei ricordi. Tradita mi sento…/con il cuore insonne nel tuo abbraccio/ mentre una voce riempie il mio vuoto senza fretta. Abbandonata mi sento…/ con il cuore che consacra silenzi / e allunga la mia tremante attesa. La sensazione-quasi una certezza-/ che tutto si è spezzato/ e non c’è più risposta…/ io sconosciuta a te / tu sconosciuto a me / e riconosco in te un destino negato.

Gli ex sono davvero un fenomeno strano, se ci pensate. In un libro bellissimo dal titolo Agosto (La Nuova Frontiera, 2014), Romina Paula li definiva esaustivamente come “morti artificiali”.  Non sono morti davvero, però sono in fase di decomposizione avanzata nel nostro cervello, non puzzano come i cadaveri, sono lì da qualche parte a fare qualcosa senza di noi. E noi pure siamo qui da qualche parte a fare qualcosa senza di loro, e se ci riusciamo e pure bene significa che aver chiuso quella relazione era nell’ordine giusto delle cose.  Ma ci mettiamo un casino a capirlo.

L’animale morente di Philip Roth? L’unica ossessione che vogliono tutti: l”amore. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.”